Il ruolo più importante della sua storia Ravenna lo svolge in due secoli, tra il V e il VI d.C: capitale dell’Impero romano di Occidente, in seguito fulcro dei primi regni barbarici e infine sede dell’esarcato bizantino.
Capitale dell’Impero romano d’occidente- Dopo la morte di Teodosio, nel 395, l’Impero romano viene diviso tra i suoi due figli: l’Oriente va ad Arcadio e l’Occidente ad Onorio. Nell’anno 402 Onorio trasferisce la capitale dell’Impero Romano d’Occidente da Milano a Ravenna.
Capitale di un regno romano-barbarico- Nel 476 il barbaro Odoacre depone Romolo Augustolo, ultimo imperatore d’Occidente. Nel 488 Teodorico – re degli Ostrogoti – sconfigge Odoacre ed instaura un regno romano-barbarico sempre con base a Ravenna.
Sede dell’Esarcato bizantino- Nel VI secolo Giustiniano – imperatore d’Oriente – decide di riprendersi le terre italiane in mano agli Ostrogoti. Esplode la guerra greco-gotica. Intorno alla metà del VI secolo le truppe orientali conquistano Ravenna: viene fondato l’Esarcato (l’apparato amministrativo tramite cui da Costantinopoli si governavano i territori italiani).
I tre periodi dell’arte ravennate
Si può dire che Ravenna rappresenti un vero e proprio laboratorio di quella che sarà poi l’arte bizantina. Lo stile rappresentato a Ravenna si evolve nel tempo e si possono quindi distinguere tre fasi:
Inizialmente, nel V sec, Il Mausoleo di Galla Placidia segna una una fase di transizione. Da un punto di vista architettonico, e quindi spaziale, la cappella, coperta da volta e da una cupola a pennacchi, non è una costruzione a pianta centrale come gli altri mausolei imperiali. È possibile che la tipologia architettonica provenga dall’Oriente. Sia le volte che la cupola sono interamente rivestite di mosaici, ma la cosa rilevante è che questi presentino forti legami con la tradizione tardo-romana, e quindi è più classicheggiante. Vuol dire che troveremo un gusto naturalistico, più concreto, più realistico. Un esempio è offerto dalla Lunetta del Buon Pastore, che fa parte dei mosaici del Mausoleo di Galla Placidia. Si possono notare gli effetti di profondità, un certo dinamismo nelle pose, il cielo azzurro e i dettagli paesaggistici. I mosaici producono un forte effetto luministico. Se lo spazio è ancora contenuto, la dimensione musiva allarga l’orizzonte dell’arte tardo-antica verso nuovi traguardi.

L’età di Teodorico vede associare le componenti classiche ad alcuni elementi cosiddetti “barbarici”, cioè appartenenti alla cultura propria degli Ostrogoti, come ad esempio alcuni aspetti decorativi che derivano soprattutto dall’oreficeria e dall’arte dei metalli. Il fregio della cupola del Mausoleo di Teodorico riporta il motivo decorativo della “tenaglia”, un elemento che si può ritrovare anche nella lavorazione delle armi ostrogote.
In seguito, nel VI sec., età di Giustiniano, prevale la componente orientale. Ciò comporta una forte tendenza all’astrazione e al simbolismo, un gusto più fantastico dove gli elementi espressivi sono legati a significati particolari e quasi esclusivamente religiosi. Forme e composizioni si fanno sempre più essenziali e immateriali, le immagini rinviano a un mondo trascendente, di valori metafisici. Ogni elemento visivo (colori, forme, motivi decorativi, geometrie, numeri ecc.) assume un particolare significato e carica di fascino e mistero questo linguaggio raffinatissimo, il cui senso profondo poteva essere colto da pochi eletti.
Il laboratorio ravennate: architettura


Le piante delle chiese bizantine ravennati conservano i tipi tradizionali delle prime chiese romane paleocristiane (del IV e V secolo) che sono: centrale; basilicale; a croce. Gli elementi di novità li troviamo nelle strutture e nella decorazione architettoniche. Un primo elemento di novità lo possiamo constatare in un abside poligonale all’esterno e semicircolare all’interno. Un secondo elemento di novità è il Tiburio che appare all’esterno come una torre e che all’interno nasconde una cupola. Il tiburio è un elemento architettonico che racchiude al suo interno una cupola proteggendola. Può assumere svariate forme, come quella cilindrica, cubica, parallelepipeda o prismatica, a seconda che la cupola abbia pianta poligonale o circolare. Generalmente è costituito da un tetto a spioventi chiuso in sommità da una lanterna.
La decorazione esterna è costituita da lesene, archetti pensili e arcate cieche.
Negli interni è presente il pulvino sulle colonne. Il pulvino è un elemento architettonico strutturale a forma di tronco di piramide rovesciata, posto tra il capitello e l’imposta dell’arco. Scarno o variamente decorato con motivi ornamentali a traforo o a rilievo, il pulvino raggiunge la sua massima espressione nell’architettura bizantina; se ne possono trovare alcuni esempi nell’architettura paleocristiana ravennate.
La sua particolare conformazione conferisce al pulvino la funzione strutturale di concentrare le tensioni generate dai carichi soprastanti verso la colonna posta al di sotto del capitello.

Nelle chiese bizantine ravennati si insiste in un contrasto simbolico tra esterno e interno. L’esterno deve apparire semplice, spoglio, povero, legato alla materia, concreto rinvia all’idea cristiana del “corpo”, inteso come semplice involucro materiale. L’interno invece si presenta ricco, pieno di colore, fantastico, immateriale, allude allo “spirito”, che ha natura divina, grazie alla fede, si carica di valore sacro, inteso come contenuto divino.


Uno dei monumenti che manifesta meglio questa concezione dualistica è il Mausoleo di Galla Placidia. Qui in particolare, questo contrasto è molto esaltato, anche perché si tratta di un monumento funebre, quindi diventa fondamentale distinguere il “corpo” inteso come materia semplice, destinata a una fine, dall’”anima” eterna, che si riempie di Dio nell’al di là.

Iconologia dei mosaici di Ravenna
Mausoleo di Galla Placidia
Gesù Buon Pastore è un mosaico che si trova all’interno del Mausoleo di Galla Placidia di Ravenna e nel quale Cristo è circondato da un gregge di pecore, simbolo dei fedeli.

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
Nel Corteo delle Sante Vergini le figure del mosaico derivano dalla pittura romana, però si allontanano da essa perché manca il realismo e le posizioni dei corpi sono innaturali e rigide. Inoltre sono ripetitive e stereotipate. Le forme sono bidimensionali poiché manca il chiaroscuro. Lo sfondo dorato infine non rappresenta il cielo ma idealmente lo spazio divino. Le figure sono costruite attraverso campiture bidimensionali e linee di contorno. Infine i panneggi degli abiti e del velo contribuiscono a creare un minimo di volume nelle figure delle Vergini. https://www.analisidellopera.it/il-corteo-delle-sante-vergini/

Basilica di San Vitale
Il Corteo di Teodora è un mosaico commissionato dal vescovo Massimiano e realizzato in occasione della consacrazione della Basilica di San Vitale a Ravenna.

L’imperatore Giustiniano e il suo seguito è un mosaico bizantino che si trova nella Basilica di San Vitale di Ravenna.

Battistero degli Ariani
Battistero degli Ortodossi

Antonio De Lisa
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