L’ a. cristiana ha come oggetto le testimonianze materiali generate dalla diffusione del cristianesimo e le conseguenze sul piano monumentale, urbanistico, di organizzazione del territorio, così come sul piano iconografico e decorativo, per un periodo che si riferisce alla prima diffusione del fenomeno cristiano, tradizionalmente posto al termine del pontificato di Gregorio Magno (604). Nei metodi, non differisce dall’a. classica. Tra i primi cultori vanno ricordati O. Panvinio e M. Cervini (poi papa Marcello II) e, attorno a s. Filippo Neri, a Roma, soprattutto A. Bosio; vanno menzionati in seguito R. Fabretti e M. Boldetti. Ma, specialmente con il 19° sec., l’a. cristiana si è affermata come disciplina per opera di G. Marchi prima, quindi di G.B. De Rossi e della sua scuola. Tra gli altri cultori dell’a. cristiana vanno ricordati H. Leclercq, cui (con F. Cabrol) si deve in gran parte il grande Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie, F.J. Dölger, iniziatore, con H. Lietzmann, del Reallexikon für Antike und Christentum.
Si intende invece per a. medievale la raccolta di informazioni mediante il recupero sistematico di testimonianze materiali della cultura successiva all’epoca classica: principale metodo di recupero è lo scavo, che consente di studiare nella tipologia e nell’evoluzione strutture (castelli, case, officine ecc.) e manufatti (utensili, abbigliamento ecc.). L’applicazione del metodo archeologico allo studio delle culture post-classiche è relativamente recente e non universalmente diffuso: rispetto alla storiografia tradizionale, l’obiettivo più caratteristico che l’a. medievale si pone è la ricostruzione della storia della cultura materiale, cioè dei mezzi e dei metodi impiegati nella produzione, dei dati relativi alla distribuzione e al consumo dei beni. Ovviamente il metodo archeologico è solo un contributo alla conoscenza storica: a questa si può giungere in forma completa studiando anche i dati forniti dalla documentazione scritta e avvalendosi di discipline ausiliarie: datazioni mediante il Carbonio 14, applicazioni botaniche, determinazioni delle faune, analisi metallurgiche, analisi tecniche delle ceramiche e delle maioliche, analisi chimiche, foto aeree ecc. Riveste una speciale importanza nel quadro dell’a. medievale la ricerca sui villaggi, in particolare su quelli abbandonati e non compromessi da successivi insediamenti.
Particolare rilevanza ha lo studio delle popolazioni nomadi, definite germaniche, per le quali l’assenza di documentazione scritta almeno per i primi periodi della loro diffusione genera l’indispensabilità della ricerca archeologica come forma privilegiata di conoscenza. Questo tipo di ricerca coinvolge anche tutti gli aspetti della civiltà medievale poco noti attraverso la documentazione scritta, soprattutto cioè quelli relativi all’esistenza quotidiana: forme di insediamento, popolamento rurale, attività agricole, corredo della casa contadina, livello di vita, produzione, scambi, consumi. Nei paesi dell’Est europeo, la ricerca ha affrontato i problemi dello sviluppo delle società feudali applicando il metodo archeologico con un certo anticipo sulla maggior parte dei Paesi occidentali. Vi è, per es., una lunga tradizione in tal senso in Polonia, dove le testimonianze di vita urbana (l’origine della vita urbana nel Medioevo polacco è stata fissata alla fine dell’8° sec.) sono state studiate in maggior misura, anche se non sono mancati scavi relativi all’ambiente rurale; una prevalente attenzione ai problemi della città (con particolare attenzione al salto di qualità rispetto al villaggio) è stata prestata anche in Romania; in Ungheria e nella Repubblica Ceca hanno avuto maggior impulso gli scavi nei villaggi. Risalgono alla prima metà del 19° sec. gli scavi a Kiev, «madre di tutte le città russe» e all’inizio del 20° l’interesse per le civiltà dell’Asia centrale. Il paese occidentale dove l’a. medievale è passata attraverso una più lunga esperienza è senz’altro la Gran Bretagna, dove la ricerca nei villaggi abbandonati è praticata fin dal 1840; più recenti le esperienze tedesca (volta soprattutto allo studio di palazzi e castelli) e francese (studio di chiese, villaggi, fortificazioni). In Italia l’a. medievale è stata introdotta come disciplina nelle università nella seconda metà del 20° sec., su sollecitazione degli storici medievisti.
https://www.treccani.it/enciclopedia/archeologia/
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