La protostoria e l’avvento del Neolitico

In paletnologia, il periodo più recente della preistoria di certe aree. Il termine ha un significato soprattutto metodologico e viene applicato a quelle culture ancora prive di scrittura, per le quali si hanno a disposizione, oltre ai materiali archeologici, anche documenti scritti appartenenti a popolazioni contemporanee o più recenti che vi fanno riferimento, e che sono quindi fonti indirette d’informazione delle culture protostoriche. Erodoto e Cesare, per es., danno notizie preziose sulle popolazioni cosiddette barbare dell’età del Ferro; sempre per l’età del Ferro, in Africa, è possibile avvalersi di fonti arabe, cinesi ed europee.

In genere il secondo periodo della preistoria, la protostoria, viene fatto iniziare dal Neolitico, periodo caratterizzato da nuove forme culturali considerate rivoluzionarie rispeto al passato, anche se ancora prive della scrittura. Il Neolitico parte dall’8.000 a.C. e ha visto lo sviluppo di quattro attività fondamentali quali l’utilizzo della pietra levigata seguendo una nuova tecnica dalla quale prese il nome il periodo: neo (Nuova) – lithos (Pietra), l’arte della ceramica, l’agricoltura e l’allevamento.

Sulle rive del Nilo, del Tigri, dell’Eufrate, dell’Indo e lungo le coste del Mar Mediterraneo orientale ed in Siria, iniziarono a costituirsi dei villaggi i cui abitanti seguivano un modello di vita seminomade. I campi venivano coltivati a grano ed orzo, mentre a scopo alimentare si allevavano ovini e suini.

Nacquerò le prime civiltà organizate, all’interno delle quali vigevano la specializzazione e la suddivisione dei compiti. Nel Vicino Oriente prese forma il culto della dea Madre, legato alla terra e alla fertilità. L’Eneolitico (5.000 anni a.C.), fu caratterizzato dalla comparsa delle prime forme di di metallurgia: , che in seguito si affinarono con la scoperta di nuovi metalli, il bronzo (Età del Bronzo) e del ferro (Età del Ferro).

Il Neolitico assunse connotazioni particolari a seconda delle zone nelle quali si svilupparono le diverse culture. Per questo motivo, gli studiosi sono soliti differenziare questo particolare periodo in Neolitico del Vicino Oriente, Sahariano, Europeo, Italiano, Maglemosiano, dell’Estremo Oriente, dell’Egitto e delle Americhe. I primi insediamenti stabili, apparvero nel Vicino Oriente: in questi centri si allevavano le capre e si coltivavano i cereali. Vi si affermarono la tecnica della ceramica ed il commercio dell’Ossidiana. Il Sahara, che in quell’epoca attraversava un periodo climaticamente favorevole, con abbondanza di acqua e vegetazione, era abitato da comunità di pastori e di cacciatori. Infatti, sono stati rinvenuti, oltre a incisioni e pitture rupestri, anche diversi oggetti in pietra, vasellame e manufatti in ceramica.


In Europa il Neolitico ebbe inizio 6.000 anni a.C.. Sulle coste del Mediterraneo occidentale e centrale, prese a svilupparsi la tecnica della ceramica impressa e lungo le rive del Danubio sorsero abitazioni di forma allungata e rettangolare. La cultura Maglemosiana, che si diffuse nell’Europa settentrionale, venne caratterizzata da una sviluppata industria litica, dalla produzione di armi in osso, di piccole barche, pagaie e archi in legno.

Oltre alle consuete attività di caccia, si diffuse l’agricoltura. In Italia, nello specifico nella zona del Tavoliere di Puglia, sorsero dei villaggi di capanne delimitati da grandi fossati, mentre al nord la cultura neolitica si diffuse principalmente in Liguria, in Emilia-Romagna ed in Lombardia. Vasi sferici o emisferici con decorazioni a crudo sono stati rinvenuti in Liguria; resti idi capanne situate in villaggi fortificati sono stati scoperti in Sicilia; resti di oggetti in ceramica sono stati rinvenuti in gran parte dell’Italia centrale; nelle valli alpine scodelle, vasellame, bicchieri a fondo piatto e bocca quadrata e decorati a graffito o ad incisione; nel Varesotto sono stati scoperti i resti villaggi di palafitte e ceramiche nere di ottima fattura; fu sempre in quest’area che si sviluppò la tessitura.

Nel continente americano, nel Nuovo Messico si svilupparono le prime forme di agricoltura con coltivazioni di mais, zucche, peperoni e fagioli. Il Neolitico Egiziano prese avvio nel 5.500 a.C.: si svilupparono lungo le rive del Nilo le coltivazioni di cereali e lino, e l’allevamento di buoi, maiali e ovini. Veniva inoltre praticata con successo la pesca con gli ami e la caccia a elefanti, coccodrilli e ippopotami. In Cina ebbe un particolare sviluppò la coltivazione del miglio e l’allevamento del bue, di suini e ovini, oltre alla produzione di manufatti in pietra levigata e di ceramiche nere, lucide o decorate.


L’Eneolitico viene datato intorno al 5.000 a.C.. L aggettivo eneolitico [comp. del lat. aeneus «di bronzo» e –litico] (pl. m. –ci) indica In paletnologia il periodo che segna il passaggio dall’età della pietra levigata (neolitico) all’età del bronzo, tra la fine del 3° millennio a. C. e l’inizio del 2° millennio a. C., con notevoli variazioni tra regione e regione. 

Eneolìtico | Sapere.it

Durante questo periodo viene iniziata la lavorazione a caldo del rame, dando inizio a vere e proprie fusioni di tipo metallurgico, che in Europa si diffusero verso il 3.500 a.C. I defunti venivano inumati in grotte artificiali e in camere sepolcrali. La produzione manufatturiera era caratterizzata da un tipo di vasellame con forma di campana rovesciata,da pugnali e altri oggetti di rame, e perfino da bottoni in osso e pietra forata. Sempre nel corso del V millennio a.C., nel nord Europa, in Spagna, Francia Italia e Nordafrica, si svilupparono alcuni tipi di costruzioni megalitiche, monumenti realizzati impiegando grandi blocchi di pietra rozzamente squadrati e quindi infissi nel terreno. La loro funzione era molto probabilmente rituale e funeraria.

I tipi più comuni erano rappresentati dai Menhir, Grossi massi di roccia di forma allungata, che venivano infissi verticalmente nel terreno. Disposti in fila essi venivano a formare un allineamento, mentre se disposti in cerchio, venivano a formare un cromlech, cerchio di pietra. I dolmen, tavola di pietra, era costituito da un grosso lastrone di roccia appoggiato in orizzontale su pietre infisse verticalmente nel terreno, in modo tale da formare un ambiente impiegato a scopo sepolcrale. Il cromlech più grande in assoluto, si trova a Stonehenge, nell’Inghilterra meridionale e copre una superficie di 100.000 mtq.

Nel 3.500 a.C. si sviluppò in Egitto la cultura del Badariano. I badariani erano una popolazione dedita all’agricoltura e all’allevamento. Con il rame producevano perle e collane di buona fattura. Nel successivo periodo Amratiano, fecero la loro comparsa la ruota e l’aratro.In Italia, le prime culture eneolitiche si svilupparono solo a partire dal III millennio a.C. Qui alcune popolazioni, introdussero la lavorazione del rame e le sepolture collettive in necropoli formate da una serie di grotticelle. Le principali attività attività economiche erano costituite dalla pastorizia, dall’agricoltura, dal commercio, dalle attività venatorie e dalla raccolta. In particolare, in Sicilia sono state ritrovate tracce di insediamenti in grotte e villaggi. In sardegna sono tornate alla luce dei Dolmen e delle statuette della Dea Madre in osso.

Scoperto nel III millennio a.C., il rame si rivelò un metallo ideale per la fusione di armi e per la produzione di articoli artigianali di ottima fattura che divennero oggetto di attivi scambi commerciali. Nel I millennio, la scoperta del ferro consentì la produzione di utensili ed armi sempre più efficaci. Ben presto, a causa dell’esaurimento delle miniere, gli uomini si videro costretti a spostarsi alla ricerca di nuovi e più grandi giacimenti del prezioso minerale, intensificando in tal modo il commercio e la conoscenza di nuove popolazioni.

Fonte: http://www.tuttostoria.net/storia-antica.aspx?code=233



Categorie:O10.02- Protostoria

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