La parte più orginale dell’opera di René Guénon riguarda la Tradizione, intesa non come mero insieme di usi e costumi ma come «trasmissione» di un patrimonio simbolico e metodologico, cioè come veicolo imprescindibile per accostarsi alla «metafisica», termine con il quale Guénon intende la conoscenza sovra-razionale da realizzare attraverso il procedimento immediato dell’ intuizione intellettuale: la conoscenza metafisica è quell’identificazione tra conoscente e conosciuto che non può avvenire neanche mediante la più elevata tra le facoltà individuali, cioè la ragione, ma solo attraverso l’intelletto superiore, facoltà trascendente che partecipa della natura divina insita nell’essere umano, al di là delle illusioni a cui la prospettiva individuale pare limitarlo. La conoscenza metafisica, la quale è «identità tra il possibile e il reale»., è «la verità in sé», che «può venire concepita come l’adeguamento della conoscenza alla Possibilità totale», ovverosia come la realizzazione dell’Infinito.
Facendo propria la terminologia in uso in alcune scuole filosofiche dell’antica Grecia, Guénon distingue due aspetti in una dottrina e, di conseguenza, due livelli di partecipazione alla «tradizione»: quello «exoterico», cioè esteriore, elementare, facilmente comprensibile e alla portata di tutti; quello «esoterico», cioè interiore, più profondo, d’ordine più elevato, e come tale rivolto e accessibile solo a coloro i quali sono qualificati in modo speciale per comprenderlo.
Alcune tradizioni presentano un aspetto exoterico rivestito di forma religiosa e un aspetto esoterico al quale accedere attraverso un’iniziazione: per esempio, nella tradizione ebraica l’aspetto esoterico è la Qabbalah, nella tradizione islamica è il Tasawwuf. Altre tradizioni, invece, come il Confucianesimo e il Taoismo, non possono essere considerate l’una in rapporto all’altra come un exoterismo e un esoterismo, in quanto formalizzate come tradizioni distinte, sebbene procedenti da una medesima sorgente. La tradizione indù, infine, non presenta un exoterismo e un esoterismo nettamente separati in quanto dal tronco della dottrina puramente metafisica, che affonda le sue radici sull’insegnamento dei Vêda, discendono applicazioni che divengono altrettanti rami secondari nei suoi confronti: di coloro che ricevono lo stesso insegnamento, ciascuno «lo assimila più o meno completamente, più o meno profondamente, a seconda dell’estensione delle proprie possibilità intellettuali».
La distinzione tra coloro che si mantengono in un ambito exoterico (sia esso circoscritto a una forma religiosa, sociale o di altro tipo) e coloro che partecipano dell’ambito esoterico (attraverso una organizzazione iniziatica tradizionale e regolare) è connessa con il divenire dell’essere umano: scopo della via exoterica è di consentire la conservazione dell’unità delle componenti che costituiscono l’individualità umana nella condizione migliore possibile, ovverosia quell’esito che, secondo la prospettiva teologica, è definito salvezza; scopo della via esoterica, invece, è il superamento dell’individualità e l’identificazione con il Principio, ovverosia quell’esito che, secondo la prospettiva metafisica, è definito Liberazione.
L’iniziato procede per gradi da una condizione in cui la sua realizzazione è soltanto «virtuale» – egli ha ricevuto l’iniziazione ma, per l’appunto, è solo all’inizio del suo viaggio – verso una condizione in cui la sua realizzazione diviene «effettiva». solo allora, egli morirà veramente in quanto tal dei tali identificandosi all’oggetto della conoscenza, abbandonando l’illusione dell’individualità e divenendo l’espressione manifesta del maestro interiore al quale sarà rinato. Lo scopo del lavoro iniziatico è pertanto quello di favorire le migliori condizioni per un «risveglio» del maestro interiore, supportando l’individuo attraverso una fase preparatoria assai pericolosa e più o meno lunga, a seconda delle caratteristiche di ciascuno, nella quale il pericolo di illudersi sui risultati conseguiti è ben presente, pur percorrendo una via iniziatica tradizionale e regolare.
La precisazione di questi punti è stata oggetto di numerosi articoli pubblicati da R. Guénon sulle riviste «Le Voile d’Isis» ed «Études Traditionnelles», successivamente raccolti nei volumi Considerazioni sull’iniziazione (1946) e Iniziazione e realizzazione spirituale (1952).
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