Cauto avvicinamento alle Filosofie orientali – Percorsi per il triennio superiore dei licei

Buddismo-Zen

Cauto avvicinamento alle Filosofie orientali

Percorsi per il triennio superiore dei licei

Una lunga tradizione, che da Aristotele giunge fino a Hegel, ha negato in occidente la qualifica di “filosofia” al pensiero orientale.   Hegel ha visto nella inseparabilità delle concezioni filosofiche orientali dalla loro forma di ‘rappresentazione’ religiosa (magica, rituale, fantastica) la prova evidente della loro inferiorità rispetto allo spirito razionale che caratterizza l’Occidente. Il pensatore tedesco – nelle sue “Lezioni sulla storia della filosofia” – nota come si tenda a provare un misto di fascino e di ammirazione per il pensiero orientale, e ciò dipende unicamente dal fatto che non lo si conosce, se non superficialmente, poichè – nota Hegel – se si scava in profondità si scopre che una filosofia orientale in senso stretto non esiste.

Ma negli stessi anni in cui Hegel condannava il mondo orientale quale inferiore a quello occidentale, Schopenhauer andava scoprendo che anche l’oriente aveva saputo (e sapeva ancora) pensare, sapeva sollevare quelle stesse problematiche sulle quali si affaticavano gli occidentali e ad esse fornivano risposte altrettanto ingegnose. Ed è per questo che Schopenhauer tentò di coniugare, con pari dignità, il sapere maturato nell’occidente con quello nato in oriente, consapevole di una visione universale dell’uomo, senza distinzioni tra oriente e occidente.

Questo corso di approfondimento per il triennio dei licei vorrebbe dare agli studenti la possibilità di farsi un’idea del mondo e del pensiero orientale. L’occasione più opportuna per affrontarlo con qualche cognizione di causa è nell’ultimo anno, in connessione con lo studio della filosofia romantica. Sono i filosofi del romanticismo tedesco (da Friedrich Schlegel a Friedrich Schelling, da Arthur Schopenhauer a Georg Hegel) a impostare sia in termini filologici (come problema delle radici indoeuropee del tedesco e delle altre lingue europee), sia in termini filosofici (come problema del rapporto tra sapere filosofico-razionale e saggezza religiosa), questo ampio tema di confronto tra civiltà diverse.

Un esempio raro e assai notevole di ‘dialogo’ tra pensiero occidentale e orientale è offerto, nella filosofia del Novecento, da Martin Heidegger. In quanto rinuncia al tradizionale radicamento ‘metafisico’ del pensiero e assume il ‘linguaggio’ come il terreno prevalente su cui impostare i problemi della cultura, egli è anche spregiudicato nel riconoscere all’Oriente una possibilità di autonomo divenire spirituale. Heidegger è critico rispetto alla tendenza orientale ad assimilare la tecnica occidentale, gli stili di vita europei e americani, trascurando l’approfondimento delle proprie radici spirituali. Specialmente nell’ultima fase della sua vita, quando la riflessione sulla tecnica e sul suo potere pervasivo sulla cultura dell’Occidente lo porta a vagheggiare la rinascita di una nuova spiritualità (“ormai solo un Dio può salvarci” – dirà in una delle sue ultime conversazioni pubbliche), Heidegger sottolinea l’importanza della religiosità orientale (in particolare del buddhismo zen), per un ripensamento radicale del nostro essere nel mondo.

Siamo, però, convinti che senza un’adeguata preparazione negli anni precedenti non si riesca a cogliere a pieno la portata degli argomenti in questione. Ed è per questo motivo che è bene cominciare il percorso nel primo anno in cui si studia filosofia. Cominciando dai testi originali o dalle sintesi di alto livello potrebbe rivelarsi più dannoso che salutare. Quindi proponiamo di iniziare da testi che facciano annusare, assaporare la temperie culturale di quel pensiero senza addentrarsi in vertiginose spiegazioni di teorie all’apparenza incomprensibili.

Sarà poi compito del singolo docente tratteggiare un percorso che stimoli gli studenti ad addentrarsi più o meno profondamente nella materia, avvertendo che si tratta di camminare su un terreno su cui sdrucciolano spesso anche gli specialisti e quindi occorre essere cauti, ma chiarendo che si tratta anche di un percorso ricco di soddisfazioni intellettuali.

In questo spazio del sito si potranno trovare via via schede e approfondimenti di lavoro.

Antonio De Lisa

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