Nestorianesimo
Con il termine nestorianesimo si intende la dottrina cristologica propugnata dal vescovo siriano Nestorio (381-451) e la Chiesa cristiana afferente alla sua figura religiosa.
La dottrina prende nome da Nestorio, patriarca di Costantinopoli (ca. 381-451).
Secondo la dottrina cristologica di Nestorio,
- in Gesù Cristo convivevano due distinte persone, l’Uomo e il Dio;
- Maria era madre solo della persona umana di Gesù. Il nestorianesimo, quindi, riconosce a Maria il solo attributo di Christotókos (cioè madre di Cristo), rifiutandole il titolo di «Madre di Dio» (Theotókos).[1]
Il titolo «Madre di Dio» fu attribuito alla madre di Gesù dal concilio di Efeso (431). Fino ad allora Maria era riconosciuta genitrice della sola persona del Cristo-uomo. Nestorio non accettò i decreti del concilio di Efeso. I nestoriani ritennero validi, invece, i decreti sanciti dai due concili ecumenici precedenti (Nicea I e Costantinopoli), negarono a Maria l’appellativo di “madre di Dio” e sostennero la presenza in Cristo non di due nature ma piuttosto di due persone (il dio e l’uomo), unite dal punto di vista “morale” più che sostanziale. In concreto, l’umanità di Gesù sarebbe una sorta di “tempio”, in cui era accolta la Divinità.
Storia e diffusione
La Chiesa nestoriana ebbe una grandissima diffusione in Asia, grazie anche alla protezione, in funzione anti-bizantina, dell’Impero persiano. Convertirono al cristianesimo in gran numero i discendenti degli antichi popoli mesopotamici e si diffusero fino in India e Cina.
Oggi, eccetto che in India, sopravvivono in comunità molto ridotte.
In Cina il nestorianesimo si è estinto nel IX secolo in seguito alla proibizione del cristianesimo e, con esso, di tutte le religioni straniere sul territorio dell’impero.
La Chiesa assira abbracciò il nestorianesimo nel V secolo, poi sviluppò una propria cristologia, che è stata canonizzata nell’anno 612. Secondo la visione assira, le due qnome (essenze) di Gesù non sono mescolate ma unite nell’unica parsopa (persona) di Cristo.
La diffusione del nestorianesimo in Oriente si inserì in una complessa lotta sia con il Credo di Calcedonia (451) (riconosciuto da cattolici e ortodossi), che con il monofisismo. Nel 451, anno della morte di Nestorio, si tenne il Concilio di Calcedonia, che condannò sia il nestorianesimo sia il monofisismo. Ciononostante, dalla zona orientale dell’impero continuò la propagazione del nestorianesimo nel resto dell’Asia.
In Asia
Persia
Già nel 431, la Chiesa nestoriana di Seleucia-Ctesifonte, nel regno sasanide della Persia, fondata nel 410, si era isolata dal resto della cristianità. Bar Soma fu il più grande diffusore del nestorianesimo in Persia. Infatti, nel 489, fece aprire una scuola di teologia nella sua città, Nisibis, accogliendo gli insegnanti espulsi dall’arcivescovo Ciro dopo la chiusura della scuola teologica di Edessa.
Nel 486, al sinodo di Seleucia, la Chiesa persiana accettò il credo dei nestoriani e, nel 498, il patriarca di Seleucia divenne il patriarca nestoriano di Persia, Siria, Cina e India e i cristiani non nestoriani furono espulsi dal territorio.
Oltre a convertire molti zoroastriani in Persia, furono portati alla fede cristiana dai nestoriani gli Unni bianchi nel VI secolo, i Keraiti (tribù uiguro-mongola dell’Asia centrale) e gli Onguti (Öngüt, popolazione turco-tartara) nel XI secolo. La massima diffusione in Cina del Nestorianesimo si ebbe con la consacrazione di un vescovo a Pechino. Tale intensa attività missionaria è all’origine del mito medievale del prete Gianni. Nel corso del XIII secolo, furono eletti diversi patriarchi di stirpe tartara che spesso cercarono di svolgere un ruolo di mediatori e tessitori di alleanze tra i regni crociati ed i gran khan mongoli.
Due eventi storici segnarono il declino del nestorianesimo in Asia: l’espansione dell’Islam con la conversione della Persia e l’invasione di Tamerlano del 1380. Fin quando in Persia dominarono gli arabi Omayyadi, i nestoriani poterono continuare a crescere, ma, sotto la dinastia abbaside, la situazione peggiorò decisamente.
La Chiesa nestoriana di Cipro, nel 1445, si riconciliò con la Chiesa cattolica.
La Chiesa nestoriana di Socotra (isola a sud dello Yemen) si è estinta nel XVII secolo. Le superstiti comunità nestoriane dell’ex-URSS e del Tibet, fino agli anni ’90 del XX secolo non avevano rapporti ufficiali con le gerarchie del Medio Oriente.
Assiri e Caldei
I cristiani Assiri sono eredi dei nestoriani che, in seguito dell’invasione dei Mongoli di Tamerlano del 1380, trovarono rifugio sui monti del Kurdistan. Nel XVI secolo ci fu un tentativo di conciliazione con la Chiesa cattolica ed il metropolita Abdisho fu invitato ad assistere al concilio di Trento. Una parte dei fedeli, in effetti, si riunì con la Chiesa cattolica nel 1551. Questa integrazione, però, portò ad una scissione, guidata dal vescovo Denha Simeon, che sostenne il ritorno al nestorianesimo e l’allontanamento da Roma. Oggi i cristiani eredi della Chiesa di Persia costituiscono la Chiesa apostolica assira d’Oriente.
Invece il termine “Caldei” è usato per indicare i cristiani di origine ex-nestoriana (o, come preferiscono dire essi stessi, “Siriaco-orientale”), in comunione con la Chiesa di Roma[2], riuniti sotto il nome di Chiesa cattolica caldea o Patriarcato babilonese dei Caldei.
Agli Assiri, in massima parte concentrati nelle zone di Hakkarì e Mossul, a partire dal 1861 l’Impero ottomano riconobbe lo status di etnia semi-autonoma (“millet”). Il catholicos (“primate”) ne era anche il capo temporale, ed erano organizzati in forma di strutture tribali (di ciò conservano alcuni aspetti ancora oggi).
Nel corso della prima guerra mondiale, gli Assiri proclamarono l’indipendenza dalla Turchia. Ciò fu preso a pretesto dal gruppo che prese il potere, denominato «Giovani Turchi», per mettere in atto il genocidio assiro negli anni 1915-16.
Nel XX secolo assiri e caldei hanno patito numerose persecuzioni e stragi compiute da iracheni, turchi e curdi, ciò ha fortemente colpito queste chiese, anche perché molti fedeli, per sopravvivere, nel corso degli anni trenta e quaranta sono emigrati verso il nord-est della Siria, verso l’India, gli Stati Uniti ed il Canada. Lo stesso Catholicos assiro, ha dovuto trasferire la propria sede negli USA, dal 1930 al 1972[3].
Attualmente i cristiani caldei sono circa 250.000. Dopo la guerra del Golfo, in specie dopo l’occupazione americana del 2003, tali flussi migratori sono ripresi.
Assiri, Caldei e tutte le Chiese di origine siriaca usano come lingua liturgica il siriaco, che viene scritta nella variante nestoriana dell’alfabeto siriaco.
Note
- ^ Il titolo di Theotókos è riconosciuto come dogma dalla Chiesa cattolica, da quelle monofisite, da quella ortodossa e, sia pure con particolari sfumature un po’ riduttive, dalla maggior parte di quelle protestanti.
- ^ Proprio allo scopo di riparare all’anti-marianesimo dei loro avi, i Caldei si fanno notare per la loro pietà mariana. Molte delle loro chiese, sono dedicate, alla Vergine Maria, sotto il titolo, raro in Occidente, di “Nostra Signora della buona morte”. Il più celebre tra i fedeli di tale Chiesa è l’ex premier iracheno Tarek Aziz. L’attuale patriarca è, dal 2004, Sua Beatitudine Emmanuel III (che ha ricevuto, il titolo di cardinale il 24 novembre 2007) ed ha la propria sede presso Baghdad.
- ^ Esattamente tra il 1930 ed il 1960 a Chicago e dopo a San Francisco.
- ^ Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale, Firenze, Le Monnier Università, 2006, pag. 49.
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