Lingua pashtu

La lingua pashtu (پښتو paʂto; conosciuto anche come afgano, pathan, pakhto, pushto, pashtoe, pashtu, pushtu, pashto پشتو e pukhto پختو ) è una lingua iranica parlata in Afghanistan e Pakistan.

Secondo l’edizione 2009 di Ethnologue, i locutori delle diverse varietà di pashtu sono oltre 17 milioni, di cui 9,6 in Pakistan e 8 in Afghanistan.

Tramite flussi migratori la lingua è attestata anche in altri paesi, tra cui Canada, Emirati Arabi Uniti, India, Iran, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Tagikistan.

Il pashtu è lingua ufficiale in Afghanistan, assieme al dari.

Il pashtu appartiene alla branca iranica sudorientale delle lingue indoeuropee.

Secondo lo standard ISO 639 è codificato come macrolingua con i seguenti membri:

  • Lingua pashtu settentrionale [pbu]
  • Lingua pashtu centrale [codice ISO 639-3 pst]
  • Lingua pashtu meridionale [pbt]

Si reputa che la lingua abbia avuto origine nelle aree di Qandahar/Helmand in Afghanistan. Da quando la capitale fu spostata da Kandahar a Kabul nel Settecento, è più utilizzata ufficialmente la lingua persiana (dari) rispetto l’afgano/pashtu. Il pashtu, insieme al persiano (dari), è una delle due lingue ufficiali dell’Afghanistan. È parlato, secondo fonti della CIA, da circa il 35% della popolazione afgana come lingua madre, sebbene questo dato provenga da una ricerca demografica durata decenni ma non ancora portata a termine. Un grosso gruppo di lingua pashtu è presente in Pakistan, dove costituisce tra il 16% e il 20% della popolazione (inclusi profughi afgani), anche se è difficile completare una statistica accurata a causa della natura tribale e nomade dei pashtun nonché della consuetudine di isolare le donne.

Il pashtu utilizza l’alfabeto Pashto, una variante dell’alfabeto arabo.

L’Alfabeto Pashto (Pashto: پښتو الفبې‎ pax̌to alifbe) è una forma modificata dell’alfabeto arabo con l’aggiunta di alcune lettere da adattare ai fonemi usati nel Pashto che non si trovano nella lingua araba.

Nel XVII secolo crebbe un dibattito sulle linee di scrittura. Il movimento dei Roshani eterodossi scrisse la sua letteratura per lo più in uno stile persiano chiamato Nasta’liq. I seguaci di Akhund Darweza e Akhund stesso, si vedevano come difensori della religione contro l’influenza del sincretismo, scrissero pashto nel Naskh arabizzato, che è generalmente usato nella scrittura dell’era moderna dei pashto grazie alla sua più facile adattabilità alla composizione. Anche riprodotto litograficamente il pashto è posto con la calligrafia Naskh come regola generale, sin da quando fu adottato come standard.

L’alfabeto Pahto ha diverse lettere che non compaiono le scrittura araba. Per esempio le lettere che rappresentano le consonanti retroflesse /ʈ /, /ɖ /, / / and /ɳ / sono scritte come lo standard arabo te, dāl, re and nun with a “panḍak”, “ğaṛwanday” o anche chiamate “skəṇay” con una legatura in basso, che assomiglia a un piccolo cerchio: rispettivamente ړ, ډ, ټ, e ڼ. Le lettere ښ e ږ (x̌īn/ṣ̌īn e ǵe/ẓ̌e) assomigliano a sīn (س) e re (ﺭ) con un punto sopra e sotto e una hamza (ء) sopra, څ e ځ, sono anche particolari del Pashto, sebbene څ è anche usata nella lingua parente estinta della Lingua corasmia per rappresentare sia /t͡s/ che /d͡z/. Il Pashto ha ی, ې, ۀ, e ۍ come vocali aggiuntive e dittonghi.

Lettere

Sotto sono elencate le 44 lettere dell’alfabeto pashto. Sono inclusi anche i dialetti Pashto meridionale, centrale e settentrionale.

Forme contestualiUnicode (Hex)NomeIPARomaniz. ALA-LCTraslitterazioneAlfabeto latino
IsolataFinaleMedianaIniziale
آ,ـﺎــU+0627, U+0622alif[ɑ], [ʔ]ā, ʾā, ʾĀ ā, nothing
بـﺐـﺒـبـU+0628be[b]bbB b
پـﭗـﭙـپـU+067Epe[p]ppP p
تـﺖـﺘـتـU+062Ate[t̪]ttT t
ټـټـټـټـU+067Cṭe[ʈ] (o tt)Ṭ ṭ
ثـﺚـﺜـثـU+062Bse[s]sS s
جـﺞـﺠـجـU+062Cjīm[d͡ʒ]jj (o ǰ)J j
چـﭻـﭽـچـU+0686če[t͡ʃ]chčČ č
حـﺢـﺤـحـU+062Dhe[h] / [x]hH h
خـﺦـﺨـخـU+062Exe[x]khxX x
څـڅـڅـڅـU+0685ce[1][t͡s] / [s]ts (o c)C c
ځـځـځـځـU+0681źim[d͡z] / [z]żdz (o j)Ź ź
د{ـﺪــU+062Fdāl[d̪]ddD d
ډـډــU+0689ḍāl[ɖ] (o dd)Ḍ ḍ
ـﺬــU+0630zāl[z]zZ z
ـﺮــU+0631re[r]rrR r
ړـړــU+0693ṛe[ɺ̢] ([[Aiuto:IPA|Template:PUA, ɭ̆]]), [ɻ] (o rr)Ṛ ṛ
ـﺰــU+0623ze[z]zzZ z
ژـﮋــU+0698že[ʒ] / [d͡z]zhžŽ ž
ږـږــU+0696ǵe (C, N) / ẓ̌e (S)[ʐ] (S) / [ʝ] (C) / [ɡ] (N)ẓh (S) / g’h (C) / g (N)ẓ̌ (S) / γ̌/ǵ (C) / g (N)Ǵ ǵ (or Ẓ̌ ẓ̌)
سـﺲـﺴـسـU+0633sīn[s]ssS s
شـﺶـﺸـشـU+0634šīn[ʃ]shšŠ š
ښـښـښـښـU+069Ax̌īn (C, N) / ṣ̌īn (S)[ʂ] (S) / [ç] (C) / [x] (N)ṣh (S) / k’h (C) / kh (N)ṣ̌ (S) / (C) / x (N)X̌ x̌ (o Ṣ̌ ṣ̌)
صـﺺـﺼـصـU+0635swād[s]sS s
ضـﺾـﻀـضـU+0636dwād / zwād[z], [d̪]z, dZ z, D d
طـﻂـﻄـطـU+0637twe[t̪]tT t
ظـﻆـﻈـظـU+0638zwe[z]zZ z
عـﻊـﻌـعـU+0639ayn[ʔ]ʻʻnothing
غـﻎـﻐـغـU+063Ağayn[ɣ]ghgh (o γ)Ğ ğ
فـﻒـﻔـفـU+0641fe[f] / [p]ffF f
قـﻖـﻘـقـU+0642qāf[q] / [k]qqQ q
کـکـکـکـU+06A9kāf[k]kkK k
ګـګ ګـU+06ABgāf[ɡ]ggG g
لـﻞـﻠـلـU+0644lām[l]llL l
مـﻢـﻤـمـU+0645mīm[m]mmM m
نـﻦـﻨـنـU+0646nūn[n]nnN n
ڼـڼـڼـڼـU+06BCnūṇ[ɳ] (o nn)Ṇ ṇ
وـﻮــU+0648wāw[w], [u], [o]w, ū, ow, ū, oW w, Ū ū, O o
هـﻪـﻬـهـU+0647gərda he
round
[h]/[ʔ], [a], [ə]h, a, əh, a, əH h, A a, Ə ə
يـﻲـﻴـيـU+064Aklaka ye
hard
[j], [i]y, īy, īY y, Ī ī
ېـﯥـﯧـېـU+06D0pasta ye
soft
[e]eēE e
یـیــU+06CCnārīna ye
masculine
[ai], [j]ay, yay, yAy ay, Y y
ۍـۍــU+06CDx̌əźīna ye
feminine
[əi]ạyəiƏi əi
ئـئـئـئـU+0626fāiliya ye
verbal
[əi], [j]ạy, yəi, yƏi əi, Y y

Note



Categorie:010.05- Scritture iraniche - Iranian scriptures, 010.09- Sistemi di scrittura dell'Asia centrale, B30.04- Filologia e cultura iranica, B40.01- Lingue dell'Asia centrale

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