Storia dell’Islàm- Il califfato omayyade
Muʿāwiya era unico “Comandante dei Credenti”, che governava al 661, dalla nuova capitale Damasco, su buona parte del Nordafrica, Egitto, Arabia, Siria-Palestina, Iraq e Persia. Lo Stato islamico era uscito fortemente afflitto dalle guerre civili, e c’erano antagonisti del califfo che rivendicavano a sé il titolo, come ʿAbd Allāh ibn al-Zubayr, mentre non mancavano le pretese dei seguaci degli alidi che il califfato restasse nelle mani dell’Ahl al-Bayt, la “famiglia del Profeta”.
Muʿāwiya era figlio di Abū Sufyān, il membro più autorevole della cosiddetta “Repubblica oligarchica mercantile” della Mecca al tempo della presa della città da parte di Maometto. Avversario della dottrina islamica, ancorché parente di Maometto, aveva aspettato la notte prima dell’ingresso di Maometto nella Mecca per convertirsi all’Islam con i figli, Muʿāwiya, appunto, e Yazīd. Maometto fu riconoscente con i suoi parenti, e i califfi successivi invieranno Yazīd a conquistare la Siria, e Muʿāwiya a succedergli come Governatore.
Muʿāwiya regna come califfo dal 661 al 680, e sotto il suo regno si svolge il primo assalto a Costantinopoli (667), che vedrà la vittoria bizantina sulle forze invasori. Il regno di Muʿāwiya vede anche l’affermarsi di una forza navale araba. Gli arabi erano un popolo non avvezzo alla navigazione e dovettero perciò avvalersi delle popolazioni siriane, palestinesi o egizie più abituate alle tecniche marinaresche per allestire una flottiglia con cui affrontare le navi bizantine che dominavano ancora su Cipro e Creta, nonché sull’attuale Algeria e sulla Sicilia, oltre alla Grecia.
In questo periodo vengono conquistate le città di Kabul e di Samarcanda (un tempo nel Khorasan e oggi rispettivamente dell’Afghanistan e dell’Uzbekistan), site sull’importante via carovaniera per la Cina.
Uno dei più grossi errori del capace governo di Muʿāwiya fu quello di designare il suo successore nella persona del figlio Yazīd, inaugurando una vera e propria dinastia.
Yazīd I ibn Muʿāwiya, figlio di Muʿāwiya, dovette subito scontrarsi con gli Alidi, seguaci del genero scomparso di Maometto, Ali ibn Abi Talib. Il 10 ottobre 680 nella Battaglia di Kerbela il califfo Yazīd sconfisse e massacrò gli oppositori. Si apriva così una spaccatura (fitna) all’interno della Umma, la comunità islamica, che ancora oggi non è stata sanata. Gli sciiti hanno fatto di Kufa e Kerbelāʾ, in Iraq entrambe, i loro luoghi sacri d’elezione.
Sotto i vari califfi omayyadi, l’impero arabo si estese in Africa e in Oriente. In Africa, le attuali Tunisia e Algeria erano praticamente occupate, ma le forze berbere, nell’interno, ben nascoste dalla catena montuosa dell’Atlante, continuavano la loro lotta che avevano condotto prima contro i Romani, poi contro i Bizantini. I bizantini traevano vantaggio dalla situazione, e poterono addirittura rientrare in Cartagine. Alla fine, dopo aspri conflitti, i berberi furono definitivamente piegati e nel 698 le milizie arabe entravano in Cartagine. La gloriosa città, fatta risorgere da Augusto dopo le distruzioni degli Scipioni, si stava avviando ad un lento declino e gli arabi preferirono stanziarsi nella vicina Qayrawan, alcun decine di chilometri a Sud dell’attuale Tunisi. In breve anche le regioni algerine e marocchine furono totalmente annesse al califfato.
Tra il 710 ed il 711 anche la Transoxiana, regione a ridosso della valle dell’Indo, divenne musulmana. Scoppiarono conflitti, anche con le avanguardie dell’Impero cinese. Più tardi, alla fine del califfato omayyade, dopo la Battaglia del Talas, gli arabi catturarono alcuni cinesi esperti nella fabbricazione della carta. Questi insegnarono agli arabi come produrla, consentendo a questo indispensabile prodotto di giungere anche in Occidente, dove si usava la pergamena e l’assai più raro papiro.
Un principe della vicina Spagna visigota si reca dal Wali di Qayrawan per chiedere appoggio agli arabi e riprendere il trono usurpatogli. Un corpo arabo-berbero parte per la Penisola iberica e sbarca sotto quello che sarà chiamato Ǧabal al-Tāriq (da Tāriq b. Ziyād che comandava questo contingente) e che oggi è Gibilterra. Per la prima volta un esercito arabo in armi entra in Europa. A Jerez de la Frontera nel 711 le forze arabe sconfiggono i visigoti, che perdono il mezzogiorno della Spagna e il Portogallo e che alla fine vedono scomparire il loro regno. La cavalcata dei musulmani (che colà qualcuno comincerà a chiamare “mori” per il fatto d’esser giunti dall’Africa, definita Mauritania, “terra dei Mauri”) è inarrestabile: tutta la Penisola iberica è occupata e solo i Pirenei fanno da ostacolo naturale ad un procedere dell’avanzata.
La Spagna è araba: negli 8 secoli e oltre di dominazione araba della Spagna sorgeranno alcuni dei più bei capolavori dell’architettura araba (l’Alcázar di Siviglia e l’Alhambra di Granada) e verranno scritte alcune opere capitali della letteratura mondiale.
L’avanzata musulmana sembra inarrestabile: mentre un altro pezzo di Anatolia è preso ai Bizantini, nel 718 Costantinopoli è di nuovo sotto assedio da parte degli Arabi, che ora possono dirsi i veri padroni anche del mare. Hanno sconfitto sul mare i bizantini nella cosiddetta battaglia degli Alberi e ad Alessandria, a Cartagine sulla terraferma, e hanno stabilito basi nel Mar Egeo.
In Occidente cade Narbona, e Perpignano è in mano araba. La resistenza dei duchi di Provenza è debole, poiché questi preferiscono fare un dispetto al Re merovingio e ai suoi Maggiordomi di Palazzo (che esercitano di fatto il supremo potere militare) piuttosto che difendere i loro possedimenti dagli Arabi e dai Berberi musulmani, che così occupano agevolmente tutta la Provenza e lambiscono le Alpi.
Il Maggiordomo di Palazzo, Carlo Martello, si accinge a marciare dal Nord della Francia, dove ha sede il Re merovingio che teoricamente serve, fino al Sud. La frontaliera Aquitania oppone una forte resistenza, pur non disdegnando occasionali accordi (anche matrimoniali), ma gli Arabi arrivano a Poitiers, a 100 chilometri da Parigi. Qui per una settimana le armate merovingie e le forze arabe si schierano, e alla fine si affrontano. È il 732 e la battaglia di Poitiers segna una grande vittoria strategica dei Franchi e dei loro alleati. Ciò però non impedisce agli Arabi di mantenere il controllo sulla Provenza e sul Narbonese, e anzi di passare le Alpi per fare incursioni in Piemonte e Liguria.
Infine Narbona è definitivamente ripresa dai Franchi cristiani, ma solo Carlo Magno, 50 anni dopo, potrà cacciare via stabilmente gli Arabi musulmani dal territorio franco.
Marwān II b. Muḥammad b. Marwān nel 750 è l’ultimo Califfo omayyade. Sposta la capitale a Ḥarrān, in Anatolia, ma sullo Zāb viene battuto dalle forze ribelli che combattono per la dinastia abbaside, il cui capo è Ibrāhīm b. Muḥammad, cui succede, dopo la sua morte in un carcere omayyade, il fratello Abū l-ʿAbbās al-Saffāḥ, che ha come sua “eminenza grigia” Abū Jaʿfar ʿAbd Allāh, fratello di entrambi.
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