Edda di Snorri
Bók þessi heitir Edda. Hana hefir saman setta Snorri Sturluson eptir þeim hætti sem hér er skipat. Er fyrst frá ásum ok Ymi, þar næst Skáldskaparmál ok heiti margra hluta, síðast Háttatal er Snorri hefir ort um Hákon konung ok Skúla hertuga.
Questo libro si intitola Edda. Lo ha composto Snorri Sturluson e qui si segue l’ordine in cui egli lo dispose. Prima si occupa degli Æsir e di Ymir, poi viene lo Skáldskaparmál con le sue molte metafore, infine l’Háttatal che Snorri scrisse per re Hákon e il duca Skúli.
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L’Edda in prosa (conosciuta anche come Edda di Snorri o Edda recente), è un manuale di poetica norrena che contiene anche molte storie di mitologia norrena. Il suo intento era di fare capire ai lettori e ai poeti norreni le sottigliezze dei versi allitterativi (versi che ripetono spesso gli stessi suoni), e di afferrare il significato celato di molte kenningar di uso frequente nella poesia norrena. Fu scritta dal dotto storico islandese Snorri Sturluson attorno al 1220. Sopravvive in sette manoscritti principali, scritti all’incirca fra il XIV e il XVII secolo.
Il titolo con cui essa è nota, “Edda in prosa“, serve a distinguerla da un altro componimento norreno di contenuto simile, in versi, ritrovato anonimo secoli dopo Snorri, e a cui fu dato il nome di Edda su imitazione dell’opera di Snorri: oggi esso è noto come “Edda maggiore” o “Edda poetica“.
L’Edda in prosa è composta da un prologo e tre parti:
- Fyrirsögn ok Formáli (intestazione e prologo)
- Gylfaginning (l’inganno di Gylfi) (20.000 parole circa), nel quale Snorri presenta i miti e le divinità più importanti, attraverso episodi tratti dalla cosmogonia e dalla mitologia.
- Skáldskaparmál (dialogo sull’arte poetica) (50.000 parole circa), nel quale Snorri si occupa delle metafore (kenningar), molto in voga presso gli scaldi.
- Háttatal (trattato di metrica) (20.000 parole circa), nel quale l’autore esamina i ritmi e i tipi di strofa.
Nonostante abbia composto il suo libro in epoca cristiana, Snorri attinge con scrupolo addirittura filologico alle fonti pagane, allo scopo di non disperdere il patrimonio lirico e religioso del suo popolo. Parte della critica moderna imputa a Snorri di aver omesso o adattato quanto riusciva utile al suo scopo, modificando in modo irrecuperabile i miti che aveva deciso di tramandare. In realtà, per la maggior parte degli studiosi, l’attentissimo approccio che Snorri ha con le sue fonti è piuttosto rassicurante. Inoltre è possibile che Snorri abbia attinto a fonti più antiche e “pure” di quelle che ci sono arrivate tramite l’Edda poetica.
L’Edda oggi
L’Edda in prosa o di Snorri ci è stata tramandata in quattro codici più o meno completi:
- R. Il Codex Regius, redatto nel 1325. Dapprima conservato nella Biblioteca Reale di Copenaghen, il manoscritto è stato consegnato nel 1985 dalla Danimarca all’Islanda ed è oggi custodito nella biblioteca dell’Istituto Árni Magnússon di Reykjavík sotto la segnatura GkS 2367 4º.
- W. Il Codex Wormianus, conservato nell’Arna-Magnæanske Samling, la biblioteca universitaria di Copenaghen. Fu composto probabilmente tra il 1340 e il 1350.
- T. Il Codex Trajectinus, conservato nella biblioteca di Utrecht. Si tratta di una copia di un codice medievale, redatta probabilmente nel 1600 in Islanda.
- U. Il Codex Uppsaliensis, conservato nella biblioteca dell’Università di Uppsala. Redatto nel 1300, è l’unico manoscritto dell’Edda in prosa che faccia un riferimento diretto all’autore e porti il titolo. Vi sta scritto:
(NON) « Bók þessi heitir Edda. Hana hefir samansetta Snorri Sturlusonr eptir þeim hætti sem hér er skipat » |
(IT) « Questo libro si chiama Edda. Lo compose Snorri Sturluson nel modo qui riportato » |
Fonti
- Snorri Sturluson (a cura di Giorgio Dolfini). Edda. Milano, Adelphi, 1975.
- Snorri Sturluson (a cura di Gianna Chiesa Isnardi). Edda di Snorri. Milano, Rusconi, 1975.
- Snorri Sturluson (a cura di Gianna Chiesa Isnardi). Edda di Snorri. Milano, Tea, 2003.
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