al-Qāʿida nel Maghreb islamico, AQMI
Il Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, GSPC (arabo: الجماعة السلفية للدعوة والقتال, al-Jamāʿa al-salafiyya lil-daʿwa wa l-qitāl è un gruppo terrorista islamista nato negli anni novanta, nell’ambito della guerra civile algerina con lo scopo di ribaltare il governo dell’Algeria ed istituirvi uno Stato islamico. Al suo vertice si trova, dal 2004, l’emiro Abdelmalek Droukdel.
Con il declino del Gruppo Islamico Armato (GIA), il GSPC restava il maggiore gruppo ribelle, con circa 300 guerriglieri nel 2003, e con un piano di assassinii di personale della polizia e dell’esercito algerino.
Nel 2005 si è affiliato ad al-Qāʿida, rinominandosi al-Qāʿida nel Maghreb islamico, AQMI (arabo: القاعدة ﻓﻲ ﺍﻟﻤﻐﺮﺏ الإسلامي, al-Qāʿida fī l-Maghrib al-islāmī) ed è diventato parte non secondaria della guerra civile che in Mali ha portato alla dichiarazione d’indipendenza del settentrione di quel paese, abitato prevalentemente dalla componente tuareg.
Il presidente francese Francois Hollande ha ”confermato con assoluta certezza la morte di Abdelhamid Abu Zeid, capo militare dell’Aqmi (al Qaida del Maghreb islamico) nel corso di combattimenti con l’esercito francese nel nord del Mali, a fine di febbraio 2013”. ”E’ una tappa importante nella lotta contro il terrorismo nel Sahel”,ha sostenuto Hollande. L’uccisione di Abu Zeid era stata inizialmente data per probabile dal ministero della Difesa di Parigi.
Categorie:G50- [STORIA CONTEMPORANEA DEI PAESI MUSULMANI - CONTEMPORARY HISTORY OF MUSLIM COUNTRIES]
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