Le ex repubbliche sovietiche

Gli stati post-sovietici, anche conosciuti come ex repubbliche sovietiche, sono le nazioni indipendenti che si sono staccate dall’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche durante la sua caduta nel 1991, o liberate dall’occupazione sovietica comeEstonia, Lettonia, Lituania. Erano anche conosciuti come Nuovi stati indipendenti.

Raggruppamenti geografici 

 

Raggruppamenti tipici degli stati post-sovietici:
██ Russia ██ Asia Centrale ██ Europa Orientale/CSI Occidentale ██ Stati baltici, occupati dal 1940 ██ Transcaucasia

Gli stati post-sovietici sono generalmente suddivisi nei seguenti cinque gruppi. Ognuna di queste regioni ha una serie di caratteristiche comuni, che non appartengono soltanto a fattori geografici e culturali, ma anche a quelli della storia della regione in relazione con la Russia.

  • Stati baltici occupati dal 1940:
    • Bandiera dell'Estonia Estonia
    • Bandiera della Lettonia Lettonia
    • Bandiera della Lituania Lituania
  • Asia Centrale:
    • Bandiera del Kazakistan Kazakistan
    • Bandiera del Kirghizistan Kirghizistan
    • Bandiera del Tagikistan Tagikistan
    • Bandiera del Turkmenistan Turkmenistan
    • Bandiera dell'Uzbekistan Uzbekistan
  • Transcaucasia:
    • Bandiera dell'Armenia Armenia
    • Bandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian
    • Bandiera della Georgia Georgia
  • Europa Orientale:
    • Bandiera della Bielorussia Bielorussia
    • Bandiera della Moldavia Moldavia
    • Bandiera dell'Ucraina Ucraina
  • Russia:
    • Bandiera della Russia Russia

Inoltre, ci sono altri stati de facto indipendenti, ma non riconosciuti internazionalmente.

Gli stati dell’Europa orientale hanno intrecciato la propria storia con la Russia sin dall’inizio della loro esistenza, mentre gli stati dell’Asia centrale e del Transcaucaso non furono conquistati fino alXVIII o XIX secolo.

Gli stati baltici sono stati governati dalla Confederazione Polacco-Lituana, dal Granducato di Lituania, dall’Ordine Teutonico, dalla Danimarca, dalla Polonia e dalla Svezia per lunghi periodi della loro storia prima di essere incorporati nella Russia imperiale nel XVIII secolo, per diventare poi nazioni indipendenti, come la Finlandia, nel 1918 dopo la prima guerra mondiale. L’occupazione straniera da parte dell’Unione Sovietica delle Repubbliche Baltiche, iniziata nel 1940 non fu mai riconosciuta dagli Usa e dalla maggior parte degli stati occidentali, (con l’eccezione delle vicine Finlandia e Svezia). Il governo estone in esilio agi’ in quel periodo, da Oslo, fino al 1991.

Economia 

Dopo il collasso dell’Unione Sovietica, gran parte delle ex repubbliche sovietiche adottarono il capitalismo come nuovo sistema economico. I collegamenti economici tra le repubbliche vennero rotti, il Prodotto Interno Lordo in tutti gli ex stati sovietici (eccetto quelli baltici, che erano occupati) crollò di circa il 40% nel 1991. Fu pesante anche l’effetto dell’inflazione. Nel 2004, solo gli stati baltici, l’Armenia, la Bielorussia e il Kazakistan hanno raggiunto un livello del PIL maggiore di quello del 1991. Nella Russia stessa, il fallimento del capitalismo inteso per migliorare la qualità della vita culminò nella crisi economica del 1998, che fu seguita da un ritorno della politica economica interventista del governo.

Organizzazioni regionali 

Nella regione, a partire dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, sono nate diverse organizzazioni internazionali e blocchi di cooperazione. Le nazioni sono divise nella loro partecipazione a questi blocchi:

  • I tre stati baltici si sono fortemente distaccati dal loro passato di ex-paese sovietico (occupato) e non hanno più voluto partecipazioni a organizzazioni post-sovietiche, cercando invece di entrare a far parte dell’Unione Europea e della NATO (solo i sistemi di distribuzione dell’elettricità e quello ferroviario, dato lo stesso scartamento, sono ancora connessi a quelli delle ex organizzazioni sovietiche). La sola eccezione è rappresentata dalla partecipazione alla Comunità di Scelta Democratica, in cui non sono presenti però i russi, ed ha come scopo invece di adottare misure per evitare l’influenza del controllo russo nelle regioni limitrofe di diversa etnia.
  • Il Turkmenistan, oltre alla partecipazione all’Organizzazione di Cooperazione Economica e lo status di osservatore nella CSI (si è ritirato dall’organizzazione nel 2005), non ha cercato l’integrazione in nessuna organizzazione occidentale o post-sovietica.
  • L’Armenia, oltre alla CSI, partecipa solo al CSTO.
  • Ucraina, Moldavia, Georgia e Azerbaigian partecipano alla Comunità degli Stati Indipendenti, ma, come gli stati baltici, sono anche membri di organizzazioni internazionali che non coinvolgono la Russia: tali organizzazioni sono il GUAM e la Comunità di Scelta Democratica.
  • Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan partecipano a diverse organizzazioni che hanno la Russia come principale promotore. Tali organizzazioni sono la EurAsEc(unita con la CACO), il CSTO e la SCO.

Gli ultimi due gruppi divennero separati solo una volta che l’Uzbekistan si è ritirato dal GUAM, chiedendo di entrare nel EurAsEc e nel CSTO.

In questa sezione non vengono discusse le organizzazioni composte da stati anche non ex-sovietici; sono menzionate solo quelle composte interamente da stati ex-sovietici.

Partecipazioni esclusive degli Stati ex-sovietici 

Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) 

La Comunità degli Stati Indipendenti consiste di 11 delle 15 ex Repubbliche sovietiche — le quattro eccezioni sono le repubbliche baltiche perché furono annesse forzatamente e occupate dai sovietici nel 1940, e il Turkmenistan. Alcuni credono che questa organizzazione sia stata creata per “permettere un divorzio civile” tra le repubbliche, ma i suoi membri hanno da allora firmato un documento che promuove una cooperazione più stretta. Il Turkmenistan è l’unica ex repubblica sovietica che è stata membro della CSI e si è poi ritirata.

Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO)

Sette membri della CSI (Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Armenia), hanno instaurato una cooperazione militare, stabilendo l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. L’organizzazione pur se fondata da Stati dell’ex Unione delle Repubbliche Socialistiche Sovietiche è aperta alla adesione di altri Stati. L’organizzazione gode dello status di osservatore all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ha concluso un accordo di cooperazione nel mantenimento della pace con l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Comunità Economica Euroasiatica (EURASEC) 

La Comunità Economica Eurasiatica fu istituita da Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. L’Ucraina e la Moldavia hanno lo status di osservatori nella comunità, anche se l’Ucraina ha dichiarato di non voler diventare uno stato membro. Dato che uno dei prerequisiti per la piena partecipazione è l’avere i propri confini nazionali in comune con la comunità, la Moldavia non può prendere parte all’organizzazione. l’Uzbekistan ha chiesto di poter partecipare nell’ottobre 2005, quando iniziò il processo di unione della CACO e della Comunità Economica Euroasiatica; si unì all’organizzazione il 25 gennaio 2006.

Unione statale di Russia e Bielorussia 

L’Unione statale di Russia e Bielorussia fu fondata originariamente il 2 aprile 1996, con il nome di “Comunità di Russia e Bielorussia”, prima di venire ulteriormente rafforzata il 3 aprile 1997. L’input alla fondazione fu dato dal Presidente della Bielorussia Aleksandr Lukašenko. Sulla carta, l’Unione di Russia e Bielorussia intende perseguire una maggiore integrazione, oltre il traguardo della cooperazione, includendo l’introduzione del rublo russo come valuta comune.

Organizzazioni non più esistenti

  • Organizzazione della Cooperazione Centro-Asiatica (OCAC)

Partecipazioni post-sovietiche

GUAM

GUAM Organizzazione per la Democrazia e lo Sviluppo Economico è un’organizzazione regionale mel 2001, i cui membri effettivi sono quattro paesi post-sovietici: Georgia, Ucraina, Azerbaigian, Moldavia. Sono Stati osservatori: Turchia, Lettonia.

Organizzazione della Cooperazione economica

L’Organizzazione di Cooperazione Economica fu fondata in origine nel 1985 da Turchia, Iran e Pakistan, ma nel 1992 l’organizzazione si espanse per includere l’Afghanistan e le sei repubbliche musulmane ex-sovietiche: Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.

Comunità di Scelta Democratica 

La Comunità di Scelta Democratica (CDC) fu istituita nel dicembre 2005 su proposta di Ucraina e Georgia, e conta sei stati membri post-sovietici (Ucraina, Georgia, Moldavia e i tre stati baltici:Estonia, Lettonia e Lituania), oltre a tre altre nazioni dell’Europa orientale: Slovenia, Romania e Repubblica di Macedonia. Come il GUAM prima di esso, questo forum ha lo scopo di contrastare l’influenza russa nella regione. Questo è l’unico forum internazionale centrato nello spazio post-sovietico al quale partecipano anche gli stati baltici. In aggiunta, gli altri tre stati dell’organizzazione sono tutti membri del GUAM. Il suo principale obiettivo è la promozione della democrazia, dei diritti dell’uomo e dello stato di diritto, contrastando l’ingerenza russa ove si verifichi.

Organizzazione della Cooperazione di Shanghai 

L’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (SCO) è composta dalla Cina e da cinque stati post-sovietici: Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. L’organizzazione è stata fondata nel 2001, anche se il suo predecessore, il gruppo Shanghai Cinque, è esistita sin dal 1996. Lo scopo dell’organizzazione è principalmente in materia di cooperazione economica e di sicurezza.

Altre organizzazioni regionali 

Gli stati post-sovietici sono anche membri delle seguenti organizzazioni nelle regioni dei Balcani e del Mar Nero:

  • Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) con la Moldavia
  • Patto di Stabilità per l’Europa orientale (SP per SEE) con la Moldavia
  • Processo di Cooperazione dell’Europa sud-orientale (SEECP) con la Moldavia
  • Iniziativa Cooperativa dell’Europa sud-orientale (SECI) con la Moldavia
  • Iniziativa Centro Europea (CEI) con Moldavia, Ucraina e Bielorussia
  • Cooperazione Economica del Mar Nero (BSEC) con Russia, Georgia, Ucraina, Azerbaigian, Moldavia e Armenia.

Problemi politici 

Riguardo alle libertà politiche all’interno delle ex repubbliche sovietiche, i Paesi sono divisi come segue:

  • Estonia, Lettonia, Lituania e Ucraina sono nazioni “libere”, ormai fortemente orientate verso i paesi occidentali.
    (nella lista del 2005 l’Ucraina era registrata come parzialmente libera.)
  • Armenia, Georgia, Kirghizistan, e Moldavia sono nazioni “parzialmente libere”
  • Russia, Bielorussia, Azerbaigian e le quattro nazioni dell’Asia Centrale (Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan, e Kazakistan) sono registrate come “non libere”, mentre il Turkmenistan in particolare si è posizionata all’ultimo posto ed è stata segnalata come uno degli otto regimi più repressivi dell’anno.

In modo simile, il Worldwide Press Freedom Index, pubblicato da Reporters Without Borders, ha registrato i paesi secondo la libertà di stampa:

  • Situazione ottima in Estonia, Lettonia, e Lituania
  • Problemi significativi in Armenia, Georgia, Moldavia e Tagikistan
  • Situazione difficoltosa in Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Ucraina e Uzbekistan
  • Situazione molto grave in Turkmenistan

È stato notato che diversi stati post-sovietici non hanno cambiato leadership a partire dalla loro indipendenza, come Islom Karimov in Uzbekistan e Nursultan Nazarbaev in Kazakistan. Tutti questi avevano in origine mandati a termine, ma attraverso decreti o referendum prolungarono la loro permanenza in carica (una pratica seguita anche dal Presidente della Bielorussia Aleksandr Lukašenko). Askar Akaev del Kirghizistan ha, in modo simile, svolto la carica di Presidente a partire dall’indipendenza della nazione finché è stato obbligato a dimettersi a seguito della rivoluzione del 2005. Saparmyrat Nyýazow in Turkmenistan ha governato dall’indipendenza fino alla morte nel 2006, creando un culto della personalità intorno a se stesso.

Il problema della successione dinastica è stato un altro elemento che ha affetto le politiche di alcuni stati post-sovietici, con Ilham Aliyev che è divenuto Presidente dell’Azerbaigian dopo la morte del padre Heydar Aliyev, e teorie sui figli di alcuni leader dell’Asia centrale che sono stati scelti per la successione.  La partecipazione del figlio e della figlia di Akayev nelle elezioni parlamentari kirghize del 2005 ha suscitato paure di successione dinastica, e potrebbe aver contribuito al clima anti-Akayev che ha portato al suo rovesciamento.

Conflitti separatisti 

Gran parte dei conflitti militari verificatisi negli stati post-sovietici hanno avuto a che fare con desideri separatisti dei territori con differenti caratteristiche etniche o religiose, diverse da quelle della maggioranza della popolazione dello stato. Tali territori e i conseguenti conflitti militari sono finora stati:

  • Cecenia, dove i separatisti hanno cercato l’indipendenza dalla Russia. Il conflitto si è spinto anche nei territori del Dagestan e dell’Inguscezia.
  • Transnistria, di fatto indipendente dalla Moldavia
  • Abcasia e Ossezia del Sud, di fatto indipendenti dalla Georgia, e Agiaria ha aspirato a un più alto livello di autonomia.
  • Nagorno-Karabakh, di fatto indipendente dall’Azerbaigian e la Repubblica Autonoma Talysh-Mughan (Talyšstan) ha cercato di ottenere una maggiore autonomia.

Tra queste regioni, solo due sono state pienamente reincorporate nelle loro rispettive nazioni. L’Agiara è stata riannessa alla Georgia e il conflitto è terminato pacificamente. Il leader separatistaAslan Abashidze è scappato in Russia, dove gli è stato concesso asilo. La Repubblica Autonoma Talysh-Mughan è stata velocemente abbattuta dopo l’ascesa di Heydər Əliyev. Il suo leader, il colonnello Alakram Alekper Gumbatov fu arrestato; la regione è oggi integrata nell’Azerbaigian, ma è divisa in rajoni separati e non ha autonomia.

La Cecenia è stata coinvolta in due guerre, causate dai desideri delle forze separatiste di rendersi indipendenti dalla Russia, e il conflitto tra separatisti e federalisti continua tuttora. Attualmente, la posizione ufficiale della Cecenia è di repubblica, parte della Federazione Russa. Allo stesso tempo esiste un governo separatista auto-proclamato, non riconosciuto da alcuno stato.

Esiste un movimento separatista nel Daghestan, i membri del quale hanno combattuto con i ribelli ceceni durante il raid del settembre 1999. Tuttavia, quell’attacco fu subito sedato dalle forze armate russe con l’aiuto di alcuni abitanti locali che consideravano l’attacco ceceno un’invasione piuttosto che una liberazione.

La Transnistria, l’Abcasia e l’Ossezia del Sud, invece, hanno raggiunto un’indipendenza de facto, che non è tuttavia riconosciuta da nessun altro paese del mondo — esiste ancora una presenza militare russa in tutti e tre i territori. Nagorno-Karabakh ha anche raggiunto l’indipendenza de facto, con le truppe armene che esercitano il controllo di tutto il territorio e di alcune parti dell’Azerbaigian. Dal 1994 queste quattro regioni hanno effettuato accordi di mutua assistenza, e i loro leader hanno ripetuto diverse volte le promesse. 

I conflitti separatisti sono talvolta chiamati “conflitti congelati”, in quanto i massacri di massa si sono calmati, ma esistono tuttora sentimenti e opinioni che continuano ad essere tramandati alle nuove generazioni.

Guerre civili 

Le guerre civili non collegate a movimenti separatisti verificatesi in queste regioni sono:

  • la guerra civile georgiana tra le forze di Zviad Gamsakhurdia e Eduard Shevardnadze. La guerra si è conclusa dopo che la Russia è intervenuta in sostegno del governo di Shevardnadze, che a sua volta ha scelto di aderire alla Comunità degli Stati Indipendenti.
  • la guerra civile in Tagikistan, durata dal 1992 al 1997.

Rivoluzioni colorate 

Dal 2003, si sono verificate diverse rivoluzioni colorate pacifiche in alcuni stati post-sovietici, dopo elezioni fortemente contestate; le proteste popolari hanno riportato al potere l’ex opposizione.

  • la Rivoluzione rosa in Georgia, che ha portato alla caduta di Eduard Shevardnadze.
  • la Rivoluzione arancione in Ucraina, che ha portato al potere Viktor Juščenko.
  • La Rivoluzione dei tulipani in Kirghizistan, che ha portato alle dimissioni di Askar Akayev.

Problemi delle popolazioni russe 

Esiste una significativa popolazione russofona negli stati post-sovietici, la cui posizione politica di minoranza etnica varia da paese a paese. Mentre Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan hanno mantenuto la lingua russa come lingua ufficiale, tale lingua ha perso il suo status in altri stati post-sovietici dopo la fine dell’Unione Sovietica.

Negli stati baltici, oggi nazionalisti comprensibilmente per la pesante occupazione sovietica subita per quasi cinquant’anni e la forzata russificazione nel passato, i russi locali sono considerati come “occupanti”. Non volendo imparare le lingue locali, agli slavi è stata negata loro la cittadinanza automatica dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica.



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