Minimalismo e Rock microtonale

Dal minimalismo al noise

L’intonazione è il problema fondamentale di ogni sistema sonoro. Si parla di intonazione anche in riferimento alle singole note delle scale musicali. All’interno del temperamento equabile tutte le 12 note dell’ottava sono equidistanti (un semitono temperato), ma in altri sistemi musicali (principalmente modali) le note della scala formano, rispetto alla tonica, intervalli che non combaciano con quelli del temperamento equabile, e la loro corretta intonazione viene giudicata unicamente in base all’orecchio del musicista e dell’ascoltatore.

Ad esempio nella musica indiana le note assumono diverse sfumature di intonazione, che le rendono espressivamente molto diverse, a seconda del contesto in cui sono usate, anche se un orecchio abituato unicamente al temperamento equabile fatica inizialmente a percepire queste differenze.

Per cercare una giusta intonazione i musicisti occidentali hanno tentato di infrangere il temperamento equabile alla ricerca di una più sensibilità più fine alle differenze. Una delle strade è quella della musica microtonale. La musica microtonale è la musica che utilizza i microtoni — intervalli musicali minori di un semitono appartenente al sistema equamente temperato o, come disse Charles Ives, le “note tra le fessure” del pianoforte. In altro contesto discutiamo delle ricerche della musica “colta”. In questa ci soffermiamo sulla musica jazz e (genericamente) rock.

LaMonte Young fra minimalismo e giusta intonazione

Young (1935) viene generalmente ricordato per essere stato il primo compositore minimalista. Le sue opere sono incluse tra le più rilevanti e radicali dell’avanguardia musicale sperimentale del ventesimo secolo. Young è principalmente conosciuto per il suo sviluppo della cosiddetta “drone music”. Le sue performance proto-Fluxus e minimaliste includono spesso elementi di arte concettuale.

Jazz microtonale

Il jazz microtonale ha dato vita ad una propria nicchia come per esempio negli album pubblicati da Lothar and the Hand People, le inflessioni di intonazione di John Coltrane e molti altri.

L’accordatura naturale di Elliott Sharp

Elliott Sharp è un instancabile ricercatore nel campo della creazione di nuove chitarre, solista (anche al sassofono) dallo stile duro e avanzato, i suoi lavori si distinguono per essere dei blocchi sonori peculiari e complessi, ancorché influenzati anche dal rock e dal blues.
Le sue musiche sono eseguite con regolarità dai maggiori ensemble in questo settore, tra i quali l’Ensemble Modern e la non meno prestigiosa orchestra dell’ORF di Vienna, tanto che di recente la critica più accreditata ha iniziato a stimarlo anche come autore e non solo come performer.
Collaboratore di artisti quali John Zorn, Wayne Horwitz, Bobby Previte, leader di progetti come Terraplane, Carbon, Tektonics, Sharp rivolge al blues uno sguardo nuovo, che non è revival, ma riesce ad essere un episodio freschissimo di vero legame con la tradizione.

Elliott Sharp

Elliott Sharp

Il gruppo Carbon, Tectonics e Terraplen di Elliott Sharp fa un uso estensivo di microtonalità nell’accordatura naturale dall’effetto intensamente dissonante e vibrante.Il chitarrista di Los Angeles Rod Poole ha prodotto un numero di CD xenarmonici di influenza rock.

La band Crash Worship fece uso della megalyra subcontrabass di Ivor Darreg uno strumento microtonale per un utilizzo xenarmonico/noise/industrial.

Il suono grezz0

La band americana hardcore/punk dei Black Flag (1976-86) fece un interessante utilizzo naif di intervalli microtonali attraverso il chitarrista Greg Finn, un aficionado del free jazz e della musica classica moderna. (All’apice della popolarità nei tardi anni Settanta e nei primi Ottanta, molto prima che il punk americano fosse la corrente principale, la band era considerata, non senza ragione, un’ostile banda di criminali, sebbene il tempo abbia poi conferito al loro lavoro un ragguardevole consenso musicale). Una canzone pregevole è “Damaged II”, dal LP del 1981 “Damaged” – una registrazione live-in-studio nella quale l’utilizzo intenzionale (e sorprendentemente consapevole) di quarti e ottavi di tono richiama una chitarra in procinto di esplodere;

un’altra, dall’effetto simile, è “Police Story”, più versioni della quale si concludono in una cadenza suonata un quarto di tono crescente.

Glenn Branca

Glenn Branca

Glenn Branca e la sua band

Glenn Branca ha composto vari lavori orchestrali per ensembles di chitarre elettriche accordate microtonalmente. Glenn Branca (1948) è un chitarrista e compositore statunitense. Musicista d’avanguardia, è conosciuto per il suo uso del volume, delle accordature alternative o scordature, del bordone e degli armonici naturali.

Si trasferì a New York nel 1976. Il suo primo incontro con la scena musicale locale fu quello con la N. Dodo Band, che Branca andò a vedere più volte, nel posto dove loro si riunivano a provare. La loro sala prove fu anche il luogo dove Branca incontrò per la prima volta Jeffrey Lohn, che suonava il violino elettrico con la N. Dodo Band. Con Lohn, nel 1977, Branca formò il gruppo Theoretical Girls. Lo stesso anno, Branca si esibì anche con Rhys Chatham, un’esperienza considerata molto significativa per la carriera del compositore e chitarrista d’avanguardia.

Nei primi anni ’80, Branca compose diversi pezzi di media lunghezza per chitarre elettriche, tra i quali The Ascension (1981) e Indeterminate Activity of Resultant Masses (1981). Presto cominciò a comporre per orchestre di chitarre elettriche e percussioni, lavorando sulle microtonalità e utilizzando la tecnica del bordone. Tra i chitarristi membri della sua orchestra in quel periodo, si ricordano in particolare Lee Ranaldo e Thurston Moore, poi fondatori dei Sonic Youth, seminale gruppo noise rock.

Negli anni ’50 l’industria discografica americana ha inglobato al suo interno massicce dosi di elementi musicali provenienti dalla musica nera, da quella del proletariato urbano e dal folk rurale. C’era qualcosa che queste influenze così diverse hanno in comune: una tecnica sporca, ruvida, imperfetta.

Fino a quel momento la popular music dei bianchi era stata monopolizzata dalle novelty songs e dai vaudevilles di Tin Pan Alley, che si collocavano, in buona parte, su un filone riconducibile alla tradizione europea dell’operetta, ereditandone anche la concezione di una sonorità pura e cristallina (che si rifletteva, per esempio, nella struttura degli strumenti musicali classici, frutto di secoli di studio e perfezionamento). Con l’avvento di quello che di lì a poco sarebbe diventato il rock’n’roll, perciò, l’America stava riscoprendo su larga scala il rumore, in forma di suono sporco e grezzo, che l’Europa aveva esorcizzato.

Jon e Brad Catler

Jon Catler

Jon Catler

Jon e Brad Catler suonano chitarra e basso elettrico microtonali. Come recita la nota editoriale che accompagna la produzione del primo: “Jon Catler is one of the world’s leading innovators on microtonal guitar. For many years, Catler’s interest has been in the exploration of the “notes-between-the-notes,” or microtonal music. Specifically, he has devised his own system of tuning based on Just Intonation or the pure intervals of the Harmonic Series. He has redesigned his guitar to allow an unprecedented range of consonance and dissonance, alternating between a 64-note per octave fretted guitar and a fretless”.

Infliltrazioni e sublimazioni

Spesso la musica microtonale si presenta nella musica pop-rock in contesti dove non si nota o non viene esplicitamente descritta come tale ma nondimeno è abbastanza percepibile. Esempi ovvi sono l’introduzione alla canzone dei Doors “The End”, la linea vocale estremamente e indubitabilmente microtonale delle canzoni di Sinead O’Connor – in particolare “Nothing Compares 2 U” o la particolare intonazione di David Sylvian al tempo dei Japan di “Gentlemen take Polaroids” e di “Tin drum”– e nelle linee di basso dei Siouxsie and the Banshees “Israel”.

CRONACA E STORIA

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Categorie:Q00.06- Estetiche nomadi e anticonformiste, S04- Musica del secolo breve- Dal blues al rock e oltre

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