Sexting è la combinazione dei termini agnlosassoni “text” e “sex.” Il termine non è utilizzato dai ragazzi ma dal mondo adulto per spiegare quelle situazioni dove giovani, soprattutto ragazze inviano online testi o immagini auto-create di loro nude o seminude spesso con atteggiamenti provocanti. L’uso di immagini è maggiormente preoccupante per la loro possibile diffusione su tutta la rete via email o mms.
In Italia non si parla ancora molto di “sexting“ ma il problema va conosciuto e affrontato per evitare che i nostri figli possano sollecitare le cattive intenzioni di altre persone minorenni o adulte ed esporsi a un rischio di minacce, ritorsioni, violenze.
Una recente ricerca realizzata dal Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli e da Chiamamilano su un campione di 5058 ragazzi e ragazze delle medie e delle superiori ha evidenziato come il 98% di loro ha un profilo su almeno un social network, e che dei circa 400 amici di media che hanno, ne conoscono veramente non più del 20%. Un rischio quindi di chi si nasconde dall’altra parte del computer. La rete, una trappola. Il 10.2% dei ragazzi e delle ragazze ha detto che qualcuno ha condiviso online almeno una volta negli ultimi sei mesi i suoi segreti o immagini personali senza il suo consenso, e il 6.2% ha ammesso che nello stesso lasso di tempo ha condiviso online i segreti o le immagini personali di qualcuno anche di natura sessuale senza il suo permesso. Il problema quindi esiste.
Ci sono varie trappole online che riguardano tutte le forme del così detto cyber bullismo, compreso il sexting. Le trappole online causano cattive scelte nel cyberspazio.
L’anonimato: I ragazzi pensano di non essere visti: l’anonimato elimina la preoccupazione legata all’essere scoperti e quindi di subire disapprovazione e/o punizione per quello che si fa e i ragazzi non vedono la persona a cui mandano messaggi, immagini. La mancanza di un feedback tangibile circa le conseguenze delle proprie azioni online sugli altri interferisce con le capacità empatiche e con il riconoscimento che tali azioni causano sofferenza alle vittime, o li espongono a rischi, non sapendo veramente chi c’è dall’altra parte.
Fronteggiare il problema: Parlare con i propri figli, non temere di sembrare invasivi o i ‘soliti’ adulti curiosi e impiccioni. I ragazzi hanno bisogno di regole e di essere informati.
Identità: I ragazzi esplorano la propria identità online: sempre più spesso gli adolescenti si servono dei loro profili sui social network quale mezzo per esplorare la loro emergente identità. Questo puo’ condurre alla pubblicazione online di materiali non appropriati.
Come gestirlo e affrontarlo: Avere un profilo condiviso con i propri figli, leggere quello che scrivono, i loro profili e spiegare loro che non è un modo per controllarli o perché non si ha fiducia in loro, ma solo standogli vicino, con regole chiare e semplici evitano di correre dei rischi di cui loro inevitabilmente non sono consapevoli. Meglio risultare antipatici e insistenti, che rimproverarsi dopo di non essere stati presenti e attenti.
Trappola: i ragazzi pensano che se possono fare qualcosa, allora è ok, e tutti lo fanno. Spesso si ritiene che la facilità di un’azione la legittimi. Gli adolescenti di frequente mettono in atto comportamenti a rischio al fine di imparare quali sono i limiti delle loro azioni. Impegnarsi in comportamenti a rischio online potrebbe rappresentare un modo più sano di correre rischi rispetto all’impegnarsi in comportamenti a rischio nel mondo reale.
Spiegare ai ragazzi perché esistono i confini, a cosa servono e che valicarli non significa essere migliori. I limiti e i confini esistono perché se si va oltre ci si può fare male o farlo ad altri.
Come gestirlo e affrontarlo: Il fatto che online si possa fare tutto o quasi, non significa che sia giusto. Si corrono anche dei rischi da un punto di vista penale e amministrativo.
Sessualità online: I ragazzi ma soprattutto le ragazze si domandano se sono sexy: gli adolescenti sempre più spesso esplorano la loro sessualità online, in una cultura che promuove una sessualità provocante. Questo potrebbe portarli ad imitare le immagini provocanti, che sempre più sovente caratterizzano la pubblicità, i media la rete. Così anche loro per affermare la propria identità mettono sulla rete o inviano messaggi con immagini legate alla propria sessualità, per affermarsi, per avere approvazione, per imitare compagni e pari.
Sciogliere il tabù: Parlare apertamente senza pudore di quelli che sono i rischi della rete anche se i ragazzi e le ragazze ritengono che quelle cose a loro non accadono ma succedono solo ai deboli e agli stupidi. Insistere nell’informare quali sono i rischi e le conseguenze. Essere presenti, Senza essere aggressivi o punitivi, affrontare il problema con i propri figli, spesso loro si sentono “onnipotenti” e privi di rischio. Qualche semplice accorgimento può essere sufficiente.
La ricerca dell’amore: I giovani sono alla ricerca dell’amore. Gli adolescenti che “cercano l’amore”, sempre più spesso lo fanno online, così da comportarsi in modi da attirare pericolose attenzioni spesso anche di persone che non si conoscono o che si pensa di conoscere ma che hanno un’altra identità. Non conoscendo l’altra persona, o conoscendola solo superficialmente aumenta il rischio che voglia vendicarsi, o minacciare il ragazzino o la ragazzina che se non accetta attenzioni o relazioni diffonderà le immagini sulla rete, spesso poi facendolo.
Attenzione ai comportamenti: Fare attenzione a cambiamenti di comportamenti da parte dei figli, se non si fanno guardare mentre usano internet, se hanno comportamenti strani e ambigui, non temere di offendere la loro privacy, esplicitare la propria preoccupazione, e dire che a volte le cose che accadono nella rete, se non vengono vissute dalle persone anche direttamente sono solo la conseguenza dei nostri desideri e dei nostri bisogni ma non sono reali.
Quindi, quando si parla di relazioni che si creano o che si sviluppano online, Internet e i cellulari possono essere di aiuto o fare del male.
E i ragazzi questo lo sanno. Sanno che in rete si conoscono persone, si coltivano amicizie, si rompono anche relazioni, si dicono cose che nella vita reale non diremmo con altrettanta semplicità e superficialità. Il mondo cibernetico accorcia i tempi, rende tutto più immediato e meno ragionato e riflesso. Questo se da una parte è un vantaggio per tutti noi, un solo ‘click’ può anche creare molti danni.
Ragazzi anche molto giovani e ragazzine vivono ‘amori di fantasia’ perché con la rete si possono scrivere tante cose anche che non pensiamo veramente ma che il solo scriverle o leggerle li fa sentire bene
Dire ai propri figli che se interagiscono con persone che fanno richieste strane, non accontentarle, avere sempre una persona, un amico meglio un adulto a cui poter confidare questa cose che accadono senza paura del suo giudizio.
Dire ai propri figli di non creare messaggi o mandare immagini di loro nudi; non sentirsi in imbarazzo parlare loro di queste cose. Spiegare ai propri figli quello che forse vi diranno che sanno già: quando un’immagine parte dal computer o dal cellulare, si corre sempre il rischio che questa immagine diventi pubblica perché non si ha più il controllo di chi la può avere e cosa può farne. Chiedere loro come si sentirebbero se una loro immagine intima fosse vista da altre persone.
Dire comunque ai propri figli che se hanno mandato una loro immagine intima a qualcuno che adesso li sta minacciando, dire che, sì, loro hanno commesso uno sbaglio e sono stati superficiali, ma che non va bene che siano minacciati, e che questo è grave e deve essere un adulto a gestire questa cosa.
Insomma, i problemi sono tanti, ma le agenzie educative, la famiglia e la scuola possono arginare il problema se si aprono al confronto.
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