Antonio De Lisa- Il Marocco tra realtà e finzione
Abitato fin dalla preistoria dagli imazighen (chiamati Berberi dai vari colonizzatori provenienti dall’Europa o dall’Arabia), il Marocco conobbe la colonizzazione di vari popoli come fenici, cartaginesi, romani, vandali, bizantini e infine dagli arabi. Il dominio delle dinastie islamiche ha avuto una grande influenza a partire dal VII secolo, mentre è al XIX secolo che risalgono le prime infiltrazioni coloniali della Francia e della Spagna. Il Marocco diventa protettorato nel 1912, poi è tra i primi paesi del continente africano a diventare indipendente nel 1956, dopo diverse rivolte, guidato dal sultano Mohammed V. Il Marocco è diventato una monarchia dopo l’indipendenza.
La popolazione marocchina ha principalmente origine da due etnie distinte: gli Amazigh e gli Arabi, inoltre vi è una minoranza etnico-religiosa ebraica. Nel corso del tempo queste due etnie si sono tra loro intrecciate e in alcuni luoghi risulta difficile riconoscere l’una dall’altra. A grandi linee tuttavia è possibile indicare nelle regioni pianeggianti e nelle grandi città i luoghi principali in cui è possibile incontrare etnia araba, mentre nel Rif, sull’oceano, nell’Atlante e nel sud quella amazigh. Scendendo nel profondo sud è possibile trovare l’etnia Sahrawi. Nelle città imperiali marocchine e nelle città costiere si trovano i discendenti dei mori di Spagna, che sono stimati in 5 milioni in tutto il Marocco. Si concentrano soprattutto nelle città di Fes, Meknes, Rabat, Chefchaouen, Salé e Tetouan.
Casablanca
Chi sbarca a Casablanca scambiandola per il set del film omonimo del 1942 rischia di restare deluso. Il film “Casablanca” non è basato sulla Casablanca reale. E non fu nemmeno girato in Marocco, ma a Hollywood, a distanza di 9 mila chilometri. Così, il Caffé di Rick – nonostante il suo enorme gran piano, la tavola della roulette e i potenti mojitos- sta a Casablanca come il Planet Holliwood sta alla California, una grande fantasia imbellettata.
In passato i produttori cinematografici avevano scelto di ambientare i loro film di guerra, romantici e avventurosi, in quella che doveva diventare il centro economico e industriale del Marocco, una città il cui passato era sepolto sotto le fabbriche, il fumo e la polvere. Si tratta di due città completamente diverse. Tuttavia, il contrasto tra le aspettative e la realtà potrebbe far perdere di vista il vero volto di questa metropoli moderna.
Una delle ragioni per visitare Casablanca è la sua posizione strategica, perfetta per proseguire verso altre località del Marocco. Non a caso, l’aeroporto di Casablanca vanta i collegamenti internazionali migliori della nazione.
Sono arrivato di notte e non ho tardato ad accorgermi dell’incombenza della moschea di Re Hassan. Si tratta di una delle moschee più grandi al mondo, con il minareto più alto, circa 210 metri. Domina la città. Vista di giorno si è accolti da disegni a mosaico, laghetti e cascate, che ne fanno una vera oasi di serenità magrebina.
Uno dei siti più visitati è il centro storico o Medina, situata nella parte settentrionale della città. Anche se la città vecchia di Casablanca non è grande quanto le medine di altre località marocchine, è comunque un luogo affascinante e pieno di energia.
E’ molto piacevole passeggiare sul Boulevard de la Corniche, sulla costa atlantica, soprattutto quando si è stanchi del pesante, caotico, schizzato traffico cittadino. Col caldo, stare in macchina è una tortura: i taxi per lo più non hanno aria condizionata, gli autisti di Casablanca hanno un concetto tutto loro della precedenza. Mi è spesso capitato di osservare in grandi Suv degli autisti che ascoltavano il Corano sparato ad altissimo volume.
Fès
Fès (o Fez) è la più grande delle città imperiali del Paese: soprannominata “la Firenze del Maghreb”, sorprende per la ricca produzione artistica e culturale che custodisce. Il suo fascino passa per la città vecchia, la Medina, con le tipiche e strette stradine ed i suoi edifici finemente decorati, i souk, le botteghe artigiane e le bellissime moschee come la Moschea al-Qarawiyy’n, sede della più antica università islamica.
Marrakech
Non sono i suoni, ma i colori che dominano Marrakech, detta “la rossa” per i toni dei suoi muri di terra, sfumature a cui vanno ad affiancarsi quelle dei lussureggianti giardini con i profumati gelsomini. Fondata nel 1062 da Yussuf Ibn Tàshfìn, il fondatore della dinastia degli Almoravidi, questa deliziosa città berbera è da scoprire visitando i suoi souk e la famosa piazza Djemaa-el-Fna.
Marrakech, letteralmente “terra di Dio”, è la terza città più grande del Marocco, situata ai piedi delle montagne dell’Atlante. Questa famosa località turistica si divide in due aree principali: il quartiere europeo e moderno di Gueliz o Ville Nouvelle, dove vi aspettano le catene di fast food, i ristoranti internazionali e i grandi nomi della moda mondiale, e il centro storico della Medina, un labirinto di stradine.
Nella piazza di Djemaa-el-Fna si potrebbe trascorrere l’intera giornata tra incantatori di serpenti, cantanti, cantastorie, guaritori e fachiri. E’ la piazza che cambia – sembra quasi muoversi- non chi l’osserva. Muta completamente dal giorno alla notte. Si inizia la giornata prendendo un bicchiere di succo d’arancia fresco da una delle bancarelle e si finisce su una panca accanto a decine di avventori a mangiare il tradizionale couscous.
La Moschea Koutoubia è un punto di riferimento a Marrakech. Si trova nel centro della città e da qui i musulmani sono chiamati a pregare tutti i giorni. Il bel minareto è visibile da qualsiasi punto della Medina. Solo i musulmani possono entrare.
Il quartiere del souk il tempo passa senza accorgersene, contrattando con la gente del posto per acquistare qualsiasi tipo di merce. Dai tappeti ai pregevoli gioielli alle spezie colorate, nel souk c’è di tutto.
I Giardini Menara sono uno dei luoghi più fotografati di tutto il Marocco. Situato appena fuori dalla città, è il posto ideale per sfuggire alla rumorosa Medina per un po’. La piscina adiacente all’edificio principale dona un’atmosfera romantica e una vista spettacolare. La passeggiata nel giardino è davvero rilassante.
Palmerie: questo giardino di palme si estende per chilometri e conta quasi 10.000 alberi. E’ considerato come un’oasi di tranquillità nel centro della città. Ho fatto un giro in cammello: il palmeto è splendido, ma ho la netta sensazione che mi abbiano imbrogliato.
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